Ecco gli aumenti dei pedaggi autostrade nel 2015

Ecco gli aumenti dei pedaggi autostrade nel 2015

Ecco gli aumenti dei pedaggi autostrade nel 2015

L’ultimo giorno dell’anno il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, annuncia i consueti aumenti dei pedaggi autostradali, con una “media” dell’1,32%. Ma il Governo ha già fatto due importanti regali ai gestori: la proroga degli impegni legati alle concessioni e un fondo di 300 milioni di euro per le “interconnessioni”. C’è chi sospetta che andranno alla Brebemi. Non c’è deflazione o rottamazione che tenga, di fonte al potere delle società autostradali, che contano molto di più di chi le percorre costantemente (come gli autotrasportatori). Così, anche Matteo Renzi e il suo ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ballano al ritmo della vecchia orchestra che controlla le autostrade italiane e per il 2015 hanno impacchettato ben tre cospicui regali: l’aumento dei pedaggi, la proroga degli impegni sugli investimenti e un fondo straordinario di 300 milioni di euro.
Cominciamo dai pedaggi che, secondo le promesse degli scorsi mesi, non avrebbero dovuto aumentare per un triennio. Invece, già nei giorni scorsi è avvenuto il consueto balletto delle cifre, secondo un copione ben noto: il ministro dei Trasporti stabilisce una percentuale (quest’anno era l’1,5%), le concessionarie avanzano richieste ben superiori, alla fine si raggiunge una cifra “media”. Oggi, il ministro Lupi ha annunciato via Twitter un aumento medio dei pedaggi dell’1,32%, precisando che questo valore “è sotto l’inflazione programmata” e aggiungendo che anche nel 2015 ci saranno gli sconti per i pendolari.
Vale la pena di chiarire che il sito web del ministero dell’Economia e Finanze spiega che il tasso d’inflazione programmata per il 2015 “è stato rivisto dall’1,5% allo 0,6% in sede di presentazione della Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza – DEF 2014 del settembre 2014”. Dire che il valore dell’1,32% è inferiore al tasso d’inflazione programma significa, come minimo, essere poco aggiornati.
D’altra parte, lo stesso valore “medio ponderato” dell’1,32% ha poco senso, perché in realtà la tabella degli aumenti diffusa oggi dallo stesso ministero dei Trasporti prevede due situazioni: autostrade che non aumentano (almeno per ora) e autostrade che aumentano dell’1,5%. Le società autostradali che non aumenteranno il pedaggio sono: Asti-Cuneo, Autostrada del Brennero, Consorzio Autostrade Siciliane, Centro Padane e Autostrade Meridionali. Invece, le società che aumenteranno i pedaggi dell’1,5% sono quelle che gestiscono la maggior parte della rete: Ativa, Autovie Venete, Brescia-Padova, Cav, Autocamionale della Cisa, Autostrada dei Fiori, Milano Serravalle Milano Tangenziali, Tangenziale di Napoli, Rav, Salt, Sat, Satap Tronco A4 e Tronco A21, Sav, Sitaf, Torino-Savona e Strada dei Parchi. Autostrade per l’Italia, che da sola gestisce 2854 chiloemtri di autostrade aumenterà i pedaggi dello 1,46%. Gli aumenti saranno attivi dal 1° gennaio 2015.
Il secondo regalo di Renzi alle società autostradali è la proroga di sei mesi degli impegni sugli investimenti che le società devono prendere per avere una proroga delle concessioni, prevista dal Decreto Sblocca Italia. Questo termine – inizialmente programmato per il 31 dicembre 2014 – faceva parte delle scadenze sulle infrastrutture sbandierate da Renzi, ma a poche settimane dalla proclamazione è stato rinviato di sei mesi tramite il Decreto Milleproroghe.
Questo sembra un provvedimento innocuo, ma per le concessionarie è importantissimo per evitare le gare europee, attraverso un rinvio di parecchi anni della scadenza della concessione. Basta che il concessionario s’impegni ad attuare nuovi investimenti e la concessione gli viene automaticamente riassegnata. Ma su questa questione, l’Unione Europea ha già chiesto chiarimenti, perché violerebbe le norme sulla concorrenza.
Il terzo regalo è quello dai contorni più misteriosi. Si tratta di uno stanziamento di 300 milioni previsto dalla Legge di Stabilità come “fondo d’interconnessione delle tratte autostradali”, senza citare i destinatari. Una definizione piuttosto vaga che, secondo alcuni (tra cui la Fita Cna) nasconderebbe un finanziamento pubblico a quella che è stata trionfalmente definita “l’unica autostrada italiana interamente privata”, ossia la Brebemi. Infatti, la nuova A35 Milano-Brescia deve essere ancora connessa all’A4 e sarebbe, quindi, in prima fila per ricevere tali soldi.
Il provvedimento è stato incastonato nelle pieghe della Legge di Stabilità e prevede un esborso di venti milioni l’anno dal 2017 al 2031. Ricordiamo che anche la Regione Lombardia ha confezionato un regalo di Natale per le autostrade, ossia lo stanziamento di 60 milioni per la Brebemi, che saranno rateizzati in tre anni, dal 2015 al 2017. Tenendo conto che la Lombardia è nella mani delle forze politiche che sono all’opposizione del Governo centrale, emerge chiaramente come le società autostradali abbiano la capacità di raccogliere prebende da buona parte del mondo politico (con l’esclusione dei Cinque Stelle e di alcune frange minoritarie).